Bruno Munari - x Campari |
my HandMade Book
”Facciamo un bellissimo libro insieme: in piena libertà, ma nel rispetto della regola del “come si fa”. Le pagine si possono strappare, spiegazzare, bucare, sfrangiare… Si possono costruire libri piccolissimi e grandissimi, leggeri e pesanti, lisci e ruvidi: tutti senza parole. Ma un libro senza testo è ancora un libro? Sì, perché comunica attraverso i sensi"
“La carta può avere molti aspetti tattili a seconda di come è trattata… La carta è la pelle di una superficie variabile”
Bruno Munari
The architect’s book:
studi preliminari
Bruno Munari
Ma a che cosa serve un libro? “A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare le conoscenze del mondo” |
Quindi, se ho capito bene, serve a vivere meglio ? |
“Spesso sì” |
“I prelibri” |
Bruno Munari, febbraio 1950 |
L’artista ha chiamato Libri Illeggibili i suoi libri-oggetto, perché non hanno parole, ma raccontano una storia che si può “leggere” seguendo il filo del discorso visivo e tattile.
Il mio libro “illeggibile”
“Cominciamo con il cercare tutte le carte possibili, lisce, granulose, leggere, colorate, trasparenti… Si scopre che la carta già da sola può comunicare: carta trasparente comunica trasparenza, carta ruvida comunica ruvidità. La carta da lucido evoca la neia: sfogliare uelle pagine è come passeggiare per le vie di Milano in una sera d’inverno. Proviamo allora a costruire libri colorati, bucati e tagliati; libri a massimo contrasto; libri leggeri e trasparenti; e libri da tessere”
Disegnare la natura, per capire la natura
“Anche questo è un modo per capire la natura; osservare le forme durante la loro trasformazione, seguirne i cicli evolutivi . Dalla nascita fino all’ultimo frutto la pianta ci dà tutta una serie di informazioni sul perché di certe forme e di certe disposizioni . E’ interessantissimo osservare la nervatura delle foglie, la disposizione dei canali principali e di quelli minori, individuarne le due reti. Seguire le forme delle pigne da appena spuntate fino a quando si aprono. Veder crescere una qualunque pianta annotarne le forme progressive. C’è un modo di “copiare la natura” e c’è un modo di capire la natura. Copiare la natura può essere una forma di abilità naturale e può anche non aiutare a capire e può anche non aiutare a capire per il solo fatto che ci mostra le cose come normalmente si vedono. Studiare le strutture naturali, osservare l’evoluzione delle forme può invece dare a tutti la possibilità di capire sempre di più il mondo in cui viviamo”
Bruno Munari
“La carta può avere molti aspetti tattili a seconda di come è trattata… La carta è la pelle di una superficie variabile”
Bruno Munari
Quali sono le qualità di un pezzetto di carta, di velina, di cartone ondulato? E cosa posso fare con un pezzetto di carta?
Bruno Munari
Munari stimola la nostra attenzione plurisensoriale anche verso i materiali più semplici; abituandoci a non considerare le carte come semplici supporti, ma educandoci ad esplorarne le attitutudini Quanti azioni sono possibili? Quali risultati determinano le nostre azioni? Come si trasforma il materiale? Come diventa un pezzetto di carta così “trattato”? E’ come prima o qualcosa di diverso?
segni e scritture di Munari
La scrittura non solo è uno strumento prezioso di cultura e di conoscenza del mondo, ma è anche fonte di piacere: è bella da vedere, perfino quando incomprensibile.
Bruno Munari in queste due immagini sembra giocare con la scrittura e inventa caratteri speciali.
Un’occasione per scoprire l’esistenza e la varietà delle numerose scritture nel mondo e avvicinarsi curiosi e consapevoli all’opera di Munari.
E poi si andrà a caccia di lettere per realizzare nuovi alfabetieri.
“ognuno vede ciò che sa”
Bruno Munari
Ci invita a scoprire e inventare le superfici delle cose.
Conoscere le immagini che ci circondano vuol dire allargare le possibilità di contatti con la realtà; vuol dire vedere di più e capire di più.
“È importante cercare di capire se vi è un rapporto tra il disegno ed il formato che lo contiene”
Bruno Munari
sensibilizzazione verso il riconoscimento e la percezione della forma e delle sue possibilità per scoprire l’insolito, stimolare la nostra fantasia per elaborare elementi e forme nuove
”.......mettere le mani su blocchi di argilla plasmabile, manipolarla, sporcarsi le mani, fare, schiacciare, arrotolare, rifare, appiccicare pezzi tra loro, staccare, fare la sfoglia, distruggere, fare tante palline, impastare tutto fare un altra cosa, che cosa?.Quello che vuoi….”
« C'è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri. »
(Bruno Munari, Arte come mestiere, 1966)
“semplificare è più difficile”
Complicare è facile,
semplificare é difficile.
Per complicare basta aggiungere,
tutto quello che si vuole:
colori, forme, azioni, decorazioni,
personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare.
Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere,
e per togliere bisogna sapere che cosa togliere,
come fa lo scultore quando a colpi di scalpello
toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c'é in più.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno
una scultura bellissima, come si fa a sapere
dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungere
vuol dire riconoscere l'essenza delle cose
e comunicarle nella loro essenzialità.
Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode....
La semplificazione è il segno dell'intelligenza,
un antico detto cinese dice:
quello che non si può dire in poche parole
non si può dirlo neanche in molte.
Bruno Munari
da "Pensare confonde le idee"...Faremo come gli insetti
che si sono rafforzati grazie all'insetticida?
I bambini abituati al passeggino non sanno
più camminare, abituati alla televisione
non sanno più pensare
i giovani sono già stanchi
e si siedono sempre sui gradini o per terra
tra i panettoni di cemento e gli archetti
di ferro giallo.
Nel caos della circolazione cittadina
l'enorme quantità di divieti
panettoni di cemento e archetti ovunque
è direttamente proporzionale
all'inciviltà dei cittadini.
Ma come sarà la casa del futuro?
In Liguria ci sono case vere
con alcune finestre finte
dipinte ad arte sulla facciata.
Suonai il campanello
(volevo vedere se dall'interno
della finestra finta
c'era dipinto sul muro
un paesaggio
in esatta corrispondenza
con la finta finestra).
Mi venne ad aprire una gentile signora
in parte vera
in parte dipinta....
...Avevo un amico a New York
che abitava nel più alto grattacielo
al primo piano
era molto triste
quando gli chiedevano
a che piano abitava
una domenica prese l'ascensore
con tutta la famiglia
salirono sul terrazzo più alto
c'era la nebbia.
che si sono rafforzati grazie all'insetticida?
I bambini abituati al passeggino non sanno
più camminare, abituati alla televisione
non sanno più pensare
i giovani sono già stanchi
e si siedono sempre sui gradini o per terra
tra i panettoni di cemento e gli archetti
di ferro giallo.
Nel caos della circolazione cittadina
l'enorme quantità di divieti
panettoni di cemento e archetti ovunque
è direttamente proporzionale
all'inciviltà dei cittadini.
Ma come sarà la casa del futuro?
In Liguria ci sono case vere
con alcune finestre finte
dipinte ad arte sulla facciata.
Suonai il campanello
(volevo vedere se dall'interno
della finestra finta
c'era dipinto sul muro
un paesaggio
in esatta corrispondenza
con la finta finestra).
Mi venne ad aprire una gentile signora
in parte vera
in parte dipinta....
...Avevo un amico a New York
che abitava nel più alto grattacielo
al primo piano
era molto triste
quando gli chiedevano
a che piano abitava
una domenica prese l'ascensore
con tutta la famiglia
salirono sul terrazzo più alto
c'era la nebbia.
Bruno Munari
“mi arrabbio quando mi dicono che sono un artista; non mi arrabbio ma sono fondamentalmente un architetto”
Ettore Sottsass
Riflettendo sui preziosi suggerimenti di due grandi artisti quali Munari e Sottsass,
mi viene da ritenere che il mio book, o meglio, il book di uno studente di architettura e, in particolar modo del corso di industrial design, non possa essere un book “normale”, o realizzato secondo i canoni “tradizionali”.
ritratto di giovane gentiluomo nello studio
Esso deve essere strutturato in modo da permettere un continuo aggiornamento.
Le idee e le ispirazioni che il ns. cervello elabora sono in continuo mutamento, a seconda delle esperienze di ogni giorno, e degli approfondimenti derivanti da una applicazione nello studio.
L’approccio alla progettazione e le nozioni avute all’inizio del ns. ciclo di studi in architettura certamente non sono identiche a quelle di oggi e lo sono ancora meno rispetto a quelle di domani.
Il book non può avere regole fisse, come ad esempio con la presenza di una rilegatura .
Gli appunti, i disegni di un architetto sono in continua elaborazione fino alla stesura della soluzione finale.
Penso a:
Leonardo da Vinci
un grande artista che al suo tempo camminava con la cartella dei disegni sotto braccio, e con una matita appuntava ogni cosa, metteva su carta le idee che scaturivano dall’osservazione …
o ancora, a
Le Corbusier
che a 18 anni partì per acquisire nuove conoscenze per il mondo, alla ricerca di tutto ciò che c’era da sapere. I viaggi gli aprirono la mente e nuove prospettive: davanti al Partenone, ad Atene, pensò che ciò che aveva davanti e che stava toccando con le mani non era qualcosa che si insegnava a scuola, tuttavia era proprio quello ciò che aveva bisogno di conoscere….in Italia studiò le architetture rinascimentali…..appuntò tutti nel suo book….
schizzi di paesaggio (carnets voyage d’Orient)
ricordo:
gli appunti architettonici schizzati nel taccuino che riportò in patria dal viaggio in Italia del 1891 costituirono per lui forti stimoli, attraverso i ricordi dei rapporti visti nelle opere italiane, con osservazioni a volte puntuali, a volte filtrate da un suo particolare senso delle proporzioni……
Kandinsky
“ il colore, dice Kandinsky, può avere due possibili effetti sullo spettatore:
- un effetto fisico, superficiale e basato su sensazioni momentanee;
- un effetto psichico dovuto alla vibrazione spirituale attraverso cui il colore raggiunge l'anima”
The architect’s book:
progettazione
tutto ciò premesso
…è iniziata la progettazione del mio book…
… ho cominciato a pensare ai colori da utilizzare per il mio book
…..idee per il …. formato….
cm. 10x15
…….la carta da usare…
“Cominciamo con il cercare tutte le carte possibili,
lisce, granulose, leggere, colorate, trasparenti…
(Bruno Munari)
….e la copertina?.......
The architect’s book:
Realizzazione
...finalmente si può passare alla fase operativa…
....taglio.....
.....disegno.....
.....scelgo......
.....ritaglio...
.....modifico....
.......provo.........
......riprovo......
...la parte esterna del carnet..a ventaglio....per raccogliere ...a scomparti...
…le soluzioni per il book e per la copertina sono innumerevoli…..
…eccone una…..
…un’altra…..
.....l'insieme.....
........
.....
…la soluzione finale…..
copertina
….all’interno si collocano gli allegati
distinti per…. argomenti….disegni….appunti…considerazioni…
…..commenti….pensieri…..
….anche noi possiamo creare nuovi segni e scritture misteriose….
STORYBOARD
1^ versione
2^ versione
…sto lavorando…..
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l'area di progetto del Prof. Amaro
lo spirito del luogo
lo spirito del luogo
foto Nicola Salvatore Lascala
"prima di progettare, dobbiamo interpretrare e capire lo spirito del luogo, il genius loci"
Christian Norberg-Schulz
"l'architettura è caratterizzata dalla poetica dell'ascolto, dei luoghi e degli uomini. una grande disponibilità a recepire il territorio e coloro che lo abitano"
Mario Botta
Nonostante ci troviamo in uno luoghi più belli d'Italia, quale è lo Stretto di Messina, si realizzano opere e costruzioni che hanno un impatto molto negativo sull'ambiente e sul paesaggio.
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my projects
Le forme dell'energia: la centrale elettrica ed il centro di promozione e diffusione delle fonti di energia rinnovabile nell'area dello Stretto